Paola- La serata di ieri è stata segnata da un tragico evento nella Casa circondariale di Paola. Un giovane detenuto italiano di 21 anni, originario della provincia di Salerno e recentemente trasferito in carcere, ha deciso di togliersi la vita. Il ragazzo, che stava scontando gli arresti domiciliari ad Amantea, era stato da poco condotto in carcere poiché era stata disposta la custodia cautelare. In isolamento, ha scelto di impiccarsi utilizzando un lenzuolo annodato alla porta interna della cella.
La scoperta è avvenuta intorno alle 21, gettando nello sconforto il personale della struttura e i compagni di detenzione. La Polizia Penitenziaria ha immediatamente attivato i protocolli di emergenza, chiamando i sanitari del carcere e successivamente il 118. Purtroppo, i soccorritori non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo. Questo tragico evento ha riportato al centro dell’attenzione le difficili condizioni nelle carceri italiane e la necessità di interventi urgenti per prevenire ulteriori suicidi.
La Voce del SAPPE: Necessari Interventi Urgenti
Salvatore Panaro e Gerardo Coscarella, segretari del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), hanno espresso profonda preoccupazione e rinnovato la loro richiesta di interventi strutturali e urgenti. “Come sindacato maggiormente rappresentativo del personale di Polizia Penitenziaria,” hanno dichiarato, “ribadiamo con forza la nostra convinzione che sia necessario un urgente, concreto ed efficace intervento del Governo, della Regione Calabria e di tutte le altre istituzioni locali volto a migliorare le condizioni di vita all’interno dei penitenziari del Paese.”
Il SAPPE sottolinea che la politica non può continuare a rimanere silente di fronte alle continue aggressioni al personale e al crescente numero di suicidi tra i detenuti. È fondamentale ridisegnare il sistema di gestione delle pene, riservando il carcere solo a quei soggetti per cui tutte le altre alternative di recupero e reinserimento sociale hanno fallito. Questo approccio potrebbe contribuire a ridurre il sovraffollamento e le tensioni quotidiane che gravano sul lavoro della Polizia Penitenziaria.
Potenziare le Attività Trattamentali: Una Priorità
Secondo il SAPPE, è essenziale potenziare le attività trattamentali all’interno delle carceri. Tra le proposte avanzate, c’è l’implementazione dell’offerta di lavoro per i detenuti, che può offrire loro una prospettiva di reintegrazione sociale e un senso di utilità. Inoltre, il sindacato chiede l’assunzione di nuovi professionisti umanistici, come psichiatri e psicologi, per individuare precocemente i disagi psicologici che possono portare a comportamenti estremi e irrimediabili.
Le Parole del Segretario Generale Donato Capece
Donato Capece, Segretario Generale del SAPPE, ha richiamato un pronunciamento del Comitato nazionale per la Bioetica, che ha evidenziato come il suicidio di un detenuto rappresenti un segno di una crisi di identità più ampia e complessa che il carcere può generare. “Il suicidio di un detenuto,” ha affermato Capece, “costituisce solo un aspetto di quella più ampia e complessa crisi di identità che il carcere determina, alterando i rapporti e le relazioni, disgregando le prospettive esistenziali, affievolendo progetti e speranze.”
Capece è stato particolarmente critico nei confronti della gestione politica della questione carceraria: “La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere. Il fatto che molti detenuti si tolgano la vita in carcere, così come anche poliziotti penitenziari, deve far riflettere seriamente. Sono vittime innocenti di un disagio individuale a cui non si riesce a far fronte nonostante gli sforzi e l’impegno degli operatori, in primis le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria che il carcere lo vivono nelle sezioni detentive.”
Questo tragico evento a Paola mette in evidenza, ancora una volta, l’urgenza di riforme strutturali e interventi concreti per migliorare le condizioni di vita nelle carceri italiane e prevenire ulteriori tragedie. La situazione richiede un impegno serio e costante da parte delle istituzioni per garantire che il sistema penitenziario diventi un luogo di recupero e non di ulteriore sofferenza.